Orologerie e collezionismo
Se quello dell’orologeria è stato senza dubbio tra i settori più colpiti dallo scoppio della pandemia, va detto che è anche quello che maggiormente può guardare con ottimismo ad una ripresa nei prossimi mesi.
Soprattutto a livello di alta gamma: la ripartenza sarà segnata, secondo gli esperti, dall’alta qualità dei servizi al cliente e dall’elevata e intoccabile desiderabilità dei prodotti e dei brand di settore.
A livello globale, nei primi nove mesi 2021, l’export degli orologi svizzeri risulta in calo, ma con una flessione più contenuta di quanto registrato nel primo semestre. Lo scorso settembre, le esportazioni di segnatempo elvetici si sono fermate a 1,60 miliardi di franchi (circa 1,48 miliardi di euro), toccando il 12% in meno anno su anno. Nei primi nove mesi 2020, l’export svizzero valeva 11,41 miliardi di franchi, il 28,3% in meno rispetto a dodici mesi prima e nella prima metà dell’anno si è scesi del 35,7 per cento. L’industria svizzera degli orologi rappresenta più della metà del fatturato mondiale del settore ed esporta oltre il 90% della sua produzione. La sfida per il settore è quella di riuscire a contenere ulteriormente il calo dell’export e la seconda ondata di chiusure sicuramente non aiuterà i bilanci.
Come ha affermato Carlo Bartorelli dell’omonima azienda a Pambianco Magazine: “La ripresa del settore non dipende solo dal momento contingente, ma anche dalle politiche distributive di prodotto. Stiamo vivendo una fase di grande difficoltà. Nei prossimi mesi verranno premiate quelle realtà e quei brand che nel tempo hanno fatto scelte di qualità, sia a livello di distribuzione sia di prodotto. Prevedo una ripresa per il 2021, grazie ai segnali positivi che riceviamo quotidianamente dalla nostra clientela che ricerca e colleziona beni di qualità, oggetti che siano anche un investimento, un bene rifugio”.
Umberto Verga, Presidente di Orologeria Luigi Verga, vede nell’online un importante veicolo pubblicitario e di comunicazione, ma che difficilmente diventerà un canale di riferimento per la vendita: “Il rapporto Italia/estero per la nostra azienda è 70% contro 30 per cento. Il contatto con la clientela estera è molto difficile da mantenere e gli stranieri nostri clienti sono soprattutto uomini d’affari che arrivavano da noi durante le fiere o i meeting aziendali. Non credo nell’e-commerce per il settore dell’orologeria di lusso”.
Per Stefano Amirante, buying & merchandising manager di Rocca 1794, gli appassionati italiani sono stabili e spesso seguiti dalla realtà da generazioni: “Un pubblico particolarmente attento a quanto accade nel mondo dell’orologeria, curioso di sapere e di scoprire cosa sta dietro l’invisibile del visibile. Per ottimizzare la gestione dei flussi dei clienti ed evitare attese, abbiamo dato la possibilità ai nostri clienti di prenotare il proprio appuntamento e di riservare spazi privati in boutique, così da garantire la massima assistenza, oppure dato la possibilità di farsi recapitare a casa il proprio acquisto”.
Largo, poi, al collezionismo, come conferma Chiara Pisa, AD di Pisa Orologeria che ha lanciato Timeless, nuovo servizio dedicato agli orologi acquistati in passato e che consente ai clienti più affezionati di rinnovare le proprie collezioni tramite un servizio di permuta dedicata e sicura: “È stato un progetto frutto di attente analisi e valutazione sui mercati attuali sulle tendenze di gusto del pubblico e sui servizi offerti da realtà a noi affini a livello internazionale. La maggior parte dei clienti crede ancora che un orologio sia per la vita, mentre altri lo vedono più come un oggetto di sfoggio in cui il valore estetico supera quello emotivo; un accessorio, insomma, che oggi rispecchia il mio essere e il mio sentire e domani non mi rappresenta più. E da qui il desiderio di aggiornare la propria collezione. Per gli addetti ai lavori è doveroso venire incontro a tutti i differenti tipi di richieste da parte di una clientela sempre più varia ed esigente”.