L'Oro di Napoli
Ventisei anni fa, la parola sostenibilità era misconosciuta, tranne che in via Grande Orefici a Napoli, sede storica della Fratelli Dinacci. L’azienda, giunta oggi alla terza generazione, nasce circa un secolo fa con Giovanni Dinacci, papà di Salvatore e nonno di Flavio, Alessandro e Tiziana, oggi rispettivamente amministratore, settore analisi e commerciale di quella che è diventata una realtà di respiro internazionale.
In origine, la Dinacci si dedica alla produzione e vendita di montature esclusivamente 18 carati, a fusione e saggio metalli e, appunto, da un quarto di secolo al recupero di scarti di lavorazione di fabbriche e laboratori orafi. A causa, o meglio, grazie a questa attività “ingombrante”, la sede si trasferisce al Tarì, dove da allora è e rimane l’unica delle 400 imprese del distretto orafo di Marcianise dedita appunto a questo particolare segmento vocato al green.
Flavio Dinacci ne fa un suo punto di orgoglio: «Il nostro recupero oro è sostenibile al 100% perché non usiamo agenti inquinanti e chiediamo ai clienti di non impiegare plastiche. Siamo stati fra i soci fondatori del Tarì stesso e ad oggi, la quasi totalità delle imprese iscritte è nostra cliente.
Il core business rimane però quello della produzione orafa di montature, 100% Made in Italy e per il 60% destinata al mercato nazionale, pari a un portfolio di circa 1.500 clienti.
Rispetto ai tempi di nonno Giovanni le cose sono molto cambiate: ora c’è la tecnologia ad aiutarci, a perfezionare dettagli e a velocizzare le tempistiche. Una caratteristica distintiva è la coerenza in tutto ciò che abbiamo sempre fatto: non ci siamo fatti attrarre dall’idea di produrre gioielli finiti, ma anzi, in noi si è radicata l’idea di rimanere specializzati nelle montature. A 19 anni, quando mio padre ha avuto la lungimiranza di farmi amministratore, mi era già chiaro ciò che bisognava fare: essere fedeli alla mission iniziale e aprirsi verso i mercati stranieri. Iniziai ad andare alle fiere internazionali di New York, Hong Kong, Basilea, e poi a inviare cataloghi ai clienti: ne abbiamo conquistati a centinaia in breve tempo. Il nostro motto è che “da noi nessun cliente spende, ma investe nelle nostre montature”. Negli anni abbiamo anche “azzardato” una serie di attività di marketing a dir poco sui generis: per esempio, il One Million Dollar Summer Suit realizzato con Yamamay nel 2013 per Miss Universo, con 250 carati di pietre preziose e 500 grammi d’oro, la collezione di mobili gioiello di Chateau d’Ax, e il costume in diamanti prodotto per Jaked per la testimonial Federica Pellegrini, cui l’ho personalmente consegnato ai Mondiali di Roma. Una campionessa vanto dell’Italia nel mondo e perciò perfetta per rappresentare il nostro spirito».
Lorenza Scalisi, Editor VO+