Il Prossimo Futuro della Gioielleria
Con un +20,8% sul 2021 di crescita media del fatturato, come attestato dal Centro Studi di Confindustria Moda per Federorafi, il settore orafo-gioielliero può dire di essere in salute e di aver superato molto più che brillantemente anni che sembravano assai difficili. Tale fatturato complessivo nel 2022 è dunque stato stimato in un valore di 10,8 miliardi di euro, sebbene dovuto anche a un aumento del costo delle materie prime. Anche la produzione industriale ha registrato un notevole aumento, pari al 13,6% rispetto al 2021 e addirittura del 38% rispetto al 2019. Il settore O-A-G cresce anche sul versante occupazionale: secondo dati Infocamere, il 2022 chiude a +5,4% di addetti, pari a 1.650 unità.
La voce dell’export ha registrato nel 2022 un +14,6% nel terzo trimestre e +5,4% nel quarto, seguiti ad aumenti superiori al 30% in valore dei primi due trimestri dell’anno. Guardando alla totalità dell’anno, il cumulato è +20,5% su gennaio-dicembre 2021, per un valore di 9,8 miliardi di euro; di cui il 75% verso mercati extra-UE. Se poi si va a guardare al 2019, che fino a prima della pandemia era considerato l’anno più performante per gli ottimi risultati ottenuti, rispetto ai 6,96 miliardi di euro esportati nel 2019, la crescita è del 40,8%. Ma dove va a finire tutto questo oro Made in Italy? Fra i principali bacini di sbocco delle produzioni italiane ci sono Stati Uniti, Svizzera ed Emirati Arabi, e, dato assai confortante, nei primi 15 Paesi di destinazione scende solo Hong Kong, con un -0,5 %. Arezzo, reduce da un’edizione sfavillante di Oroarezzo, nel 2022 è stata la prima provincia italiana esportatrice di beni preziosi, con 3,2 mld di euro, pari al 31% del totale nazionale. Non solo. Il suo distretto orafo nel 2022 ha registrato una crescita dell’export del 19% sul 2021.
Se questa è la fotografia fino ad oggi, che previsioni si possono fare sul prossimo futuro? Secondo le proiezioni fatte da Altagamma-Bain Worldwide Luxury Market Monitor, per il 2023 si prevede una crescita della marginalità delle imprese dell’alto di gamma del 6%, una tendenza di crescita che si ritrova anche nella domanda mondiale di gioielli in oro, caratterizzata nel 2022 da un andamento positivo. Se a questo si aggiunge che secondo il World Gold Council, nonostante i forti aumenti del prezzo dell’oro e le performance altalenanti dell’economia cinese, il mercato si è avvicinato ai livelli pre-Covid (dato 2019: 2.127t), con i picchi locali di India e Turchia, allora non si può che prospettare un roseo futuro per tutto il comparto. Altro segmento che cresce velocemente nel mondo del lusso è quello delle private label: secondo i dati 2023 dell’International Association of Department Stores (Iads), l’incidenza media delle private label sul fatturato totale dei suoi membri è passata dal 9% del 2019 al 16% del 2022. I consumatori sono sempre più propensi a scegliere questo tipo di prodotti e le grandi maison si stanno adeguando: secondo le previsioni del report Watches & Jewellery di McKinsey, tra il 2019 e il 2025 sarà dell’8-12% il tasso di crescita annua per i preziosi venduti con i marchi delle case di moda.
Lorenza Scalisi, Editor VO+