Uncut Gems: quando l’opale è protagonista di un film
Uncut Gems è uno dei film più acclamati dell’ultimo periodo. Una produzione Netflix che vede protagonisa Adam Sandler per la regia dei fratelli Safdie. Si apre in Etiopia, tra schiamazzi, sangue e minatori sfruttati, al momento dell’estrazione e del furto di un gigantesco opale che sarà poi la fonte dei problemi nella vita del protagonista Howard Ratner, commerciante d pietre preziose a Manhattan.
La pellicola ruota proprio attorno ad un “semplice” ma prezioso opale dal quale pare si possa scorgere l’universo: appartenenti alla famiglia dei silicati, gli opali nascono dall’accumulo e dalla dissolvenza di acqua in rocce e pietre preesistenti e sono composti da minuscole sfere di silice raggruppate in forme tridimensionali. Vero, dunque, che mostrano sfumature di colori diversi: questo materiale vede i suoi giacimenti più numerosi in Australia, nel sud e nord America e nel corno d’Africa dove si può estrarre la varietà più rara, che Howard vuole piazzare all’asta con prezzo da 1 milione di dollari: l’opale nero.
L'opale più prezioso al mondo è l'Olympic Australis, ritrovato negli anni Cinquanta: pesa qualche chilo e conta 17 mila carati per circa un milione e settemila euro. Queste gemme raramente vengono messe in commercio o mostrate al pubblico: il più prezioso opale grezzo —del valore di più di mezzo milione —è esposto solo da un paio di anni al South Australian Museum.
In oreficeria, a dispetto del loro effetto “psichedelico”, gli opali sembrano ancora ancora dominio esclusivo per preziosi dall’aspetto vintage, come per gli orecchini scelti da Elle Fanning in una recente uscita ufficiale e dall’effetto imperiale più che hollywoodiano.
Tra i brand spicca Irene Neuwirth, un marchio californiano specializzato in opali, spinge solo farfalle, diademi e margherite, e Cartier che ne ha incastonate diverse nell’iconico orologio da tavolo sorretto da una pantera nera.