Una nuova Certificazione per il corallo
L’Istituto Gemmologico Italiano e quello del Bahrain "Danat”, grazie al supporto tecnico dell'Università di Napoli, saranno i primi al mondo a poter fornire una certificazione della natura del corallo.
Si tratta di una prova certa basata su un’analisi genetica di questo materiale antico e prezioso: le otto specie che la Cibjo definisce “corallo prezioso”, infatti, sono da oggi individuabili tramite un sofisticato strumento di fingerprinting.
E così si dice addio alle opinioni degli esperti, per lasciare spazio ad una vera e propria prova scientifica.
Questa innovazione nasce a seguito del lungo lavoro svolto in Cibjo e in particolare dalla Commissione Corallo presieduta da Vincenzo Liverino, fondata 5 anni fa e da subito focalizzata nella tutela di questo materiale prezioso fino all’adozione, nel 2015, del Coral Blue Book, e la stesura del manuale “Coral Guide for Customs – Classification & Identification of Coral Materials”.
Il tutto si basa sull’analisi molecolare delle specie di corallo prezioso, per ottenere un’importante garanzia in più per il compratore.
Cosa cambia, in concreto? “Finora – ha spiegato Loredana Prosperi, direttore del laboratorio gemmologico dell’IGI e delegato della Commissione Corallo della Cibjo – l’identificazione avveniva sulla base delle proprietà fisiche del materiale tramite osservazione morfologica. In questa nuova via di certificazione entra in gioco l’identificazione del codice genetico, presente in tutti gli organismi viventi, il più affidabile metodo per la determinazione delle specie, che ora offre la possibilità di certificare senza ombra di dubbio, utilizzando opportuni marcatori, la specie di corallo”.
Una splendida novità, considerando che esistono paesi, come la Cina, che hanno posto veti ad alcune delle 8 specie di corallo prezioso. Pertanto poter certificare con certezza il corallo rende gli scambi commerciali più semplici.
Vincenzo Aucella, presidente Assocoral conclude: “Da oggi si passa da un’identificazione di operatori esperti a un riconoscimento scientifico, garantendo così una maggiore chiarezza sulla specie di corallo utilizzata. Se infatti finora si parlava di corallo tout court, ora si può dare una importante informazione aggiuntiva sulla specie”.