Oro certificato

Nel mondo del lusso è in atto una rivoluzione all’insegna della sostenibilità, con l’obiettivo di consegnare il pianeta alle prossime generazioni nelle condizioni in cui l’abbiamo ereditato o, se possibile, in condizioni ancora migliori. Così il mondo della gioielleria e del fashion si propongono come esempi virtuosi e diventano d’ispirazione per convincere le persone ad acquistare in modo etico.

Ne sono convinte testimonial Caroline Scheufele, co-presidente e direttrice creativa di Chopard e Livia Firth, fondatrice di Eco Age, società di consulenza per progetti sostenibili: dal 2013 su loro stimolo Chopard ha avviato il programma Fairmined che certifica per i loro gioielli e orologi l’impiego di oro estratto da miniere che rispettano l’ambiente e tutelano i lavoratori. Oltre alla certificazione dell’oro, miniera per miniera, Chopard ha avviato la tracciabilità completa delle pietre colorate, un lavoro enorme in uno dei mercati meno trasparenti che ci siano. A partire da un accordo con Gemfields in Zambia per gli smeraldi, l’obiettivo è allargarsi a tutte le altre pietre. “Se un colosso come Chopard avvia una rivoluzione, gli altri grandi marchi non possono non ascoltare”. Parole di Livia Firth, che da anni porta avanti la stessa battaglia (con successo) nel settore dell’alta moda.

In un’epoca di moda “usa e getta”, che sfrutta i lavoratori e ha un enorme e spesso misconosciuto debito nei confronti dell’ambiente lo scopo è convincere i Millennials ad acquistare meno ma con maggiore qualità. Con questa mission sono nati i primi Green Carpet Fashion Awards, ideati da Livia Firth e Carlo Capasa, che hanno premiato grandi brand e piccole realtà che si sono distinte per impegno ecologico ed etico con dodici “Oscar” realizzati da Chopard, ovviamente con oro certificato. Il cambiamento non è semplice ma possibile, anzi necessario.