La corsa all’oro dell’Europa
La Germania è diventata la più grande importatrice d’oro dell’Occidente, e in assoluto la terza al mondo dopo Cina e India. Dopo anni di egemonia delle grandi nazioni asiatiche, da sempre grandi acquirenti di metallo prezioso per ragioni culturali, l’Europa torna protagonista nelle transazioni e l’oro viene comprato come investimento finanziario e bene rifugio. Nonostante le due potenze asiatiche siano note per il loro interesse nell’oro, è stata la Germania ad aver accumulato la maggiore quantità di oro l’anno scorso.
Come riferisce l’ultimo rapporto del World Gold Council, una sorta di autorità internazionale che regola e promuove il mercato dell’oro, nel 2016 gli investitori tedeschi hanno comprato $8 miliardi in lingotti e altri titoli associati al metallo bene rifugio per eccellenza. È un record assoluto per un paese europeo. Al contrario di India e Cina, dove l’oro ha un valore simbolico e di status sociale, in Germania è un mero prodotto di investimento finanziario per coprirsi dai rischi di un’eventuale crisi finanziaria o di un’inflazione. Secondo i dati pubblicati dal World Gold Council , e citati anche da Forbes, nel 2016 la bilancia tra importazioni ed esportazioni di oro di Cina e India è in attivo per 296 e 162 tonnellate, ma la Germania non è più tanto distante (111 tonnellate).
L’afflusso di oro in Germania è rafforzato, inoltre, dal rientro delle riserve auree che la Bundesbank possiede in vari Paesi stranieri: si trattava in origine di 3374 tonnellate, metà delle quali sono già state fatte rientrare dal 2013 al 2016 e l’altra metà lo farà da qui al 2020. Sia le famiglie, sia gli investitori istituzionali investono nell’oro come bene rifugio per via dei tassi negativi della Bce e per la paura dell’iper-inflazione che potrebbe scaturire dalla tanta moneta stampata in Europa. Quali che siano le motivazioni in ogni caso un dato è certo: l’acquisto di oro non è più appannaggio delle potenze asiatiche e da valore simbolico assume, sempre più, un valore economico e di investimento.