I professionisti dei diamanti creati artificialmente
Quando si parla di diamanti di laboratorio la parola chiave, oggi, è chiarezza. Un fenomeno arrivato anche in Italia e chiamato “lab grown”, per indicare i diamanti non estratti da una miniera, ma creati artificialmente, introducendo una molecola di carbonio in un macchinario in cui vengono riprodotte le stesse condizioni ambientali (alla temperatura di 1.500 gradi e con una pressione di 50/60.000 atmosfere) nelle quali si forma la pietra grezza sotto la crosta terrestre.
Alla fine di questo procedimento nasce una pietra con le stesse caratteristiche fisiche e chimiche di quella naturale, dal prezzo, però, nettamente più accessibile.
Queste pietre sono state tra le protagoniste di VicenzaOro September 2019, dove World Diamond Group ha fatto debuttare il nuovo marchio X Diamond e Demetra ha portato il brand Diamali. Ancora pochissime gioiellerie, però, pubblicizzano questo tipo di collezioni,
A parlare sono i professionisti del Ettore, come Giuliano Castrenze di X diamond: “Abbiamo compiuto questa scelta per un motivo di accessibilità del prodotto”. Al pari Sergio Sorrentino di Easy Diam afferma che il diamante sintetico è un’opportunità per avvicinare i giovani ai diamanti, ma se comunicato male sarà un danno per il settore.
Per Sorrentino, che ha creato da poco il marchio Easy Diam. «Il mercato italiano è ancora embrionale e i gioiellieri non sono pronti a fare questo passo.
Poi c’è Paolo Gianotti, titolare del marchio Diamali con Alberto Petrosa di Demetra, azienda che l’ha proposto a VicenzaOro, e parallelamente proprietario di tre gioiellerie “De Marchi Gianotti”, ad Aosta e Ivrea: «Siamo stati i primi in Italia ad avere un brand con diamanti lab grown, ma attualmente lavoriamo di più con l’estero.
Infine spazio a Francesco Belloni - Ethical Diamond che afferma come la risposta dei clienti italiani, non sia stata per ora entusiasmante: “Ho realizzato cinque pezzi, presentati in una vetrina apposita e sul sito, e al momento ne ho venduto solo uno a un cliente polacco.”