Gioielleria in Lombardia: una tradizione millenaria
Da secoli si tramanda la tradizione di alcune delle più importanti imprese e botteghe orafe del territorio lombardo. Un settore che tocca circa 4 mila aziende, pari al 12,7% del totale italiano, dando lavoro a oltre 11mila persone.
Occupazione crescente e capoluogo lombardo a trainare il comparto con un bel +14%, come delineato da IlSole24Ore da protagonisti del settore. Gli artigiani del territorio sottolineano come, se nei più strutturati distretti di Piemonte (Valenza Po), Veneto (Vicenza) e Toscana (Arezzo) la tradizione è centenaria, la Lombardia, che li segue a ruota, tramanda i segreti del settore sin dal Medioevo.
Di generazione in generazione i repertori tradizionali non sono mai stati abbandonati, anche quando si sono aggiunte nuove forme decorative. L’arte orafa raggiunse infatti a Milano il suo pieno sviluppo nel XV secolo e oggi, accanto all’attività dei gioiellieri milanesi, va segnalata la nascita di un centro di lavorazione a Mede (nel pavese), sotto l’influenza della vicina Valenza, mentre per l’argento, sono famosi i esperti cesellatori di Como, Cernobbio e Fino Mornasco.
Altro legame importante dell’oreficeria lombarda è quello con il lusso e il fashion: ne è esempio Pomellato, uno dei marchi più famosi della gioielleria mondiale fondato a Milano nel 1967 da Pino Rabolini e oggi è i tra i primi 5 produttori europei di gioielli e dal 2013 è parte del gruppo Kering, che dall’acquisizione ha ulteriormente investito nelle strutture produttive italiane. Pomellato è sul mercato anche con DoDo e dà lavoro a oltre 100 tra orafi e artigiani. E ancora la divisione gioielleria di Dolce&Gabbana.
E poi le scuole, come quella orafa ambrosiana, la Scuola d’arte orafa, l’Istituto gemmologico italiano e il Centro di formazione professionale Galdus, in collaborazione proprio con Pomellato da due anni con la Pomellato Virtuosi, academy del gioiello italiano.